Stagione: 1984-1985

Piero Montecchi

Piero Montecchi, play-maker del 63, m 1,93, già inquadrato nel mirino del settore squadre nazionali. Talento naturale, nato probabilmente con la boccia fra le mani, abile nel catturare la sfera, agile e sgusciante nelle penetrazioni, deve irrobustirsi in fisico, ma soprattutto nel lato psicologico (anche per lui l’età dice tutto). Ha una invidiabile collezione di magliette da basket, insomma stoffa da vendere..

[Fabrizio Montanari – Superbasket del 22/05/1980]

Roosevelt Bouie

Rosevelt Bouie è il primo straniero in assoluto ingaggiato dalle Cantine Riunite nella stagione 1982-1983, serie A2 con la squadra al debutto tra i professionisti. Il lungo americano proviene da due stagioni a Pesaro con cui, l’anno precedente l’approdo in Emilia, aveva giocato la finale scudetto persa di 1 punto conto Milano. Tra i marchigiani alcuni lo rimpiangeranno ma altri lo appellano col nomignolo “Bouie pesto”.  A Reggio rimarrà per 7 stagioni (234 presenze) risultando uno dei più forti giocatori ad aver indossato la canotta biancorossa (unico a fine carriera con una media in doppia doppia punti-rimbalzi). Nel ricordo dei reggiani oltre alle imprese sul campo di Rosevaldo, soprannome affibbiatogli da Nino Pellacani e Orazio Rustichelli dopo la visione del film Fantozzi, ricorderanno anche la bici dal sellino ad altezze vertiginose, il fuoristrada con targa americana e le interruzioni di gioco causate dalla perdita di una lente a contatto. A fine carriera Bouie continuerà a vivere a Reggio per alcuni anni, come è capitato a numerosi giocatori passati dalla città del tricolore e rimasti ammaliati dal buon vivere della città.

Orazio Rustichelli

Orazio Rustichelli arriva alla Pallacanestro Reggiana nel 1980 proveniente dalla Appla Correggio rifiutando diverse offerte in serie A in quanto desideroso di arrivare ai vertici nazionali con la squadra della sua città. Soprannominato il guerriero, sarà dopo il suo arrivo che i biancorossi faranno il decisivo salto di qualità verso la serie A. Ottimo tiro, grande fisico ma soprattutto un cuore e una grinta enormi. A Reggio disputa 9 campionati di cui 7 tra A1 e A2 in cui ottiene una promozione dalla B alla A2 e due promozioni in A1. Dopo l’esperienza reggiana Rustichelli terminerà la carriera a Modena in serie B e poi di nuovo a Correggio con sempre la volontà di non volersi allontanare da casa. Purtroppo la sua carriera è stata spesso influenzata negativamente da gravi infortuni come spiega Orazio in questa intervista alla Gazzetta di Reggio: «Mah, ho giocato a buoni livelli per parecchio tempo. Il mio problema grosso è stato un doppio intervento chirurgico, a un ginocchio nel 1985 e a quell’altro l’anno successivo. Roba seria, come quella che afflisse Mike Reddick, ricordate? Mi sono trovato a scalare un autentico calvario: due anni di sofferenza a mezzo servizio, poi la cessione al Modena in B1. Le prime ombre del tramonto».

Luciano Giumbini

Luciano Giumbini arriva a Reggio Emilia nella stagione 1982-1983, annata dell’esordio tra i professionisti della squadra. Se Bouie è stato il primo straniero della società Ciga, questo il suo soprannome, è il primo giocatore italiano, ma non reggiano, ad essere acquistato dai biancorossi. Luciano arriva dalla Scavolini Pesaro e giocherà a Reggio per 6 stagioni (tra cui una breve apparizione di 5 partite nel campionato 1990-1991). Nelle Cantine Riunite Giumbini è il cambio/spalla di Piero Montecchi e successivamente di Marco Lamperti, uomo d’ordine e dal buon tiro dalla lunga.

Giuseppe Brumatti

Quando Giuseppe “Pino” Brumatti approda in riva al Crostolo, nella stagione 1983-1984, potrebbe sembrare un giocatore a fine corsa, che ha già vinto tutto e si è tolto un sacco di soddisfazioni e che quindi ha poco da dare alla causa biancorossa. Invece si rivelerà un fantastico giocatore e professionista che trascinerà con la sua classe cristallina la Reggiana nella massima serie il suo primo anno in squadra.

Gianfranco Lombardi

Gianfranco Lombardi è l’allenatore più amato dai tifosi reggiani e più temuto dai giocatori per via dei suoi modi burberi e spicci. Succede alla guida dei biancorossi a Gianni Zappi e alla sua prima stagione sulla panchina reggiana, campionato 1983-1984, perde solo 7 partite e centra la prima storica promozione in serie A1. Anche in serie A1 il gioco corale che va oltre ai limiti dei singoli di Lombardi continua a regalare grandi soddisfazioni, nel 1984-1985 la squadra si piazza al 10° posto mentre nel campionato 1985-1986 porta la squadra ai play off scudetto (persi contro Rimini) piazzandosi al 9° posto. Capace di coinvolgere e infiammare stampa e pubblico con i suoi atteggiamenti sempre sopra le righe Dado tornerà a Reggio nella stagione 1997-1998 scrivendo una nuova pagina storica della Pallacanestro Reggiana quando porterà i biancorossi alle semifinali scudetto dopo aver salvato la serie A1 all’ultima giornata vincendo sul campo della Fortitudo Bologna. L’anno successivo, 1998-1999, la PR partecipa alla coppa Korac riuscendo ad arrivare al secondo turno mentre in campionato ottiene un buon 7° posto ma ai playoff è subito eliminata da Rimini. La stagione 1999-2000 è l’ultima per Dado a Reggio Emilia e anche la più amara visto che si chiude con un esonero (sostituito dal vice Raho e poi da Marcelletti) e la squadra retrocessa in A2.

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